Amministratore delegato della Masol Continental Biofuel, la nuova guida degli industriali di settore intende promuovere l’impiego dei biocarburanti per contrastare il cambiamento climatico e ridurre i costi energetici.
E’ Joern Schneider il nuovo presidente del Gruppo Biodiesel di ASSITOL, l’Associazione italiana dell’industria olearia, aderente a Confindustria.
Nato nel 1977 a Saint Ingbert (Germania), laureato in Economia aziendale presso l’Università di Saarbrücken, Schneider ha una lunga esperienza nel comparto, sviluppata anche in ambito internazionale. Attualmente è Amministratore delegato di Masol Continental Biofuel, società specializzata in biocarburanti operante in Italia, e di IM Biofuel, altra azienda italiana del comparto, oltre che di importanti società spagnole dello stesso settore (Campa Iberia, Masol Iberia e Masol Cartagena).
“E’ per me un onore intraprendere questo percorso – afferma il neo-presidente del gruppo – . Il mio obiettivo è semplice: rafforzare il settore del biodiesel, in Italia ed in Europa, e promuovere l’impiego delle bioenergie, come strumento essenziale per ridurre i costi energetici e, al tempo stesso, per contrastare il cambiamento climatico”.
Una sfida, quella del biodiesel, che oggi è diventata una necessità. “Se davvero si vuole ‘decarbonizzare’ il nostro sistema – ha osservato Schneider – soprattutto in settori energivori come i trasporti, la strada più agevole è rappresentata dai biocarburanti di prima e seconda generazione, che hanno un impatto ambientale molto ridotto e che oggi possono contare sulla maggiore efficienza e sostenibilità dei motori di ultima generazione”.
L’intero comparto del biodiesel vale 2 miliardi, per una capacità produttiva di un milione e 600mila tonnellate, e occupa quasi 2mila addetti nel nostro Paese. L’Italia ha avuto un ruolo pionieristico in questo campo, sviluppando la tradizione agricola nazionale per costruire il nostro settore, in particolare dai semi oleosi. Negli ultimi anni, inoltre, ha registrato un forte sviluppo il biodiesel da grassi animali e da oli esausti.
Come indicato da numerose ricerche, europee ed americane, l’impiego del biodiesel determina una riduzione di anidride carbonica, che può variare, a seconda della tipologia del prodotto, tra il 55 ed il 95% rispetto al diesel convenzionale, oltre che un forte calo di altre emissioni dannose per la salute, come lo zolfo e le polveri sottili, in particolare le PMI10 e le PM2,5, che provocano inquinamento e causano problemi all’organismo umano.
Sul rinnovo della RED II, la Direttiva sulle rinnovabili post-2020, il Gruppo biodiesel condivide l’obiettivo del 32% delle rinnovabili entro il 2030, deciso a giugno nel testo di compromesso tra Parlamento e Consiglio Europeo, con una quota del 14% sui trasporti ed un limite massimo per i biocarburanti convenzionali, fissato sul consumo di ogni stato UE nel 2019.
“Intendiamo sostenere in Europa – ha affermato il presidente del Gruppo biodiesel di ASSITOL -, anche attraverso la presenza nel Board dell’EBB, il Comitato europeo per i biodiesel, la produzione nazionale di biocarburanti di prima generazione, disegnando una strategia post-2020 a difesa dei forti investimenti effettuati dalle nostre aziende”.