Olio d’oliva: Mediterraneo in ripresa, Italia ancora in difficoltà
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7 Ottobre 2024Amministratore di Inol, azienda lucana attiva dal 1949, avrà come vicepresidenti Michele Martucci, suo predecessore, e Silvio Borgioli (Italcol). Obiettivo del suo mandato dare nuova forza e visibilità al settore, anello essenziale della filiera olivicolo-olearia.
E’ Giuseppe Masturzo il nuovo presidente del Gruppo olio di sansa di ASSITOL, l’Associazione italiana dell’industria olearia aderente a Federalimentare e Confindustria. Succede a Michele Martucci, che diventa vicepresidente del gruppo, proseguendo il suo impegno in Eurolivepomace, la confederazione europea del settore. Alla vicepresidenza approda inoltre Silvio Borgioli, amministratore dell’azienda toscana Italcol.
“Ricevere questo atto di fiducia è per me un grande onore – ha commentato Masturzo – e sono felice di poter contare su due imprenditori alla vicepresidenza che stimo moltissimo. Il nostro obiettivo sarà quello di dare nuova forza e visibilità ad un settore maturo come quello della sansa, che ha saputo reggere l’urto delle ultime, difficili campagne olearie”.
Classe 1958, laureato in Economia all’Università “Federico II” di Napoli, sposato con tre figli, Masturzo è l’amministratore di diverse aziende del gruppo oleario Masturzo, tra cui la Inol Srl, azienda operante a Venosa, in provincia di Potenza, attiva nel settore del sansa dal 1949.
“Storicamente i sansifici rappresentano un segmento importante del mondo olivicolo-oleario – spiega il neopresidente – siamo creatori di valore aggiunto, perché, pur non essendo destinatari di alcun sostegno, diretto o indiretto, sotto forma di incentivi pubblici, da un sottoprodotto come la sansa vergine produciamo un olio alimentare. In questo modo l’intera filiera dell’olio d’oliva diventa un circolo virtuoso e sostenibile”.
La sansa, infatti, è un sottoprodotto della lavorazione delle olive in frantoio, impiegata per produrre olio alimentare e, in tempi più recenti, biomasse. Quello che, erroneamente, si potrebbe considerare uno scarto, al contrario, è valorizzato dal lavoro delle aziende che trasformano la sansa vergine e ne estraggono un olio destinato all’alimentazione e, in aggiunta, un combustibile di origine vegetale, con evidenti vantaggi ambientali. L’olio di sansa fa quindi parte a tutti gli effetti della “famiglia” degli oli d’oliva, con i quali condivide il contenuto elevato di acidi grassi monoinsaturi.
Da sempre l’olio di sansa ha il suolo di apripista dell’olio d’oliva nei nuovi mercati esteri, in particolare nei Paesi non ancora abituati al gusto dell’extravergine. “Negli ultimi anni le aziende hanno affrontato gli effetti negativi della siccità e dei rincari – afferma Masturzo –. Tuttavia siamo riusciti a mantenere posizioni anche nell’export, a conferma della resilienza del nostro comparto”.
La vocazione dei sansifici resta squisitamente alimentare. “Possiamo ben dire di aver promosso il principio del ‘food first’ – osserva il presidente del Gruppo olio di sansa – ben prima che diventasse uno dei principi della UE. In vista della transizione ecologica lo abbiamo sostenuto anche a Bruxelles, ottenendone il rafforzamento all’interno della Red III. Ed è su questa linea che intendiamo impegnarci, in Italia come in Europa”.