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24 Settembre 2024ASSITOL esprime grande apprezzamento per l’iniziativa del Ministro Lollobrigida e sottolinea la complessità del provvedimento UE, che potrebbe mettere a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti di materie prime agricole fondamentali come la soia e l’olio di palma.
ASSITOL, l’Associazione italiana dell’industria olearia aderente a Confindustria, plaude all’iniziativa del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha chiesto ufficialmente di rinviare l’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla deforestazione a nome del Governo italiano.
“E’ un primo passo importante – osserva Andrea Carrassi, Direttore generale dell’Associazione – ringraziamo il Ministro e la compagine governativa per questa azione necessaria, che dà sostegno alle aziende coinvolte, tuttora alle prese con un provvedimento con tante, troppe criticità da risolvere”.
Il provvedimento, dal prossimo 30 dicembre, vieta l’immissione nel mercato comunitario, la commercializzazione e l’esportazione di prodotti che hanno causato deforestazione o degrado forestale dopo il 31 dicembre 2020. In pratica, le nuove norme impongono agli operatori di verificare l’origine sostenibile delle materie prime, pena l’esclusione dagli scambi sul territorio UE.
Tra le materie prime rientranti nello scopo del Regolamento figura la soia, materia prima fondamentale per l’industria agroalimentare e mangimistica europea e nazionale. Anche l’Italia, pur essendo il primo produttore europeo, ne importa notevoli quantità ogni anno per rispondere alle esigenze di settori produttivi come la zootecnia. Oltre a questa importante commodity, il Regolamento riguarda anche altri prodotti di origine agricola, come il cacao, il caffè, la carne bovina e l’olio di palma importati dalle aziende dell’agroalimentare, da Paesi extra-Ue, che hanno normative molto diverse da quella comunitaria.
“Ci auguriamo che Bruxelles decida a breve per il rinvio – si augura Carrassi -. Già così applicare il regolamento è quasi impossibile. Lo abbiamo sottolineato alla Commissione Europea, chiedendo chiarimenti sui punti oscuri o inapplicabili, senza ottenere risposte adeguate. Quello che temiamo è un pasticcio tecnico-burocratico, a danno delle aziende e dei consumatori. Se la norma non cambia, la conseguenza più immediata è che commodity come la soia o il cacao si trasformeranno in veri e propri beni di lusso”.
Un esempio? Uno degli adempimenti più significativi impone alle aziende interessate di attestare che le materie prime utilizzate provengano effettivamente da territori non deforestati, grazie ad apposite mappe digitali che geolocalizzano gli appezzamenti agricoli. Si tratta di un impegno oneroso, che ricade sui fornitori, spesso attivi in Paesi con un forte gap tecnologico, e che in pratica comporta l’impiego di file pesantissimi, impossibili da caricare o scaricare sull’apposita piattaforma europea. Inoltre, come ammesso da molti addetti ai lavori, anche la geolocalizzazione non riesce a coprire in modo dettagliato tutti i territori, rendendo così ancora più complicata la certificazione da parte delle aziende.
Per l’Associazione, che vede direttamente interessate molte imprese associate, il Regolamento anti-deforestazione mette a rischio la catena degli approvvigionamenti di materie prime. “Per quale motivo un esportatore dovrebbe vendere in Italia, con l’obbligo di rispettare regole così complesse, quando nel resto del mondo è più semplice operare?”, è l’interrogativo di ASSITOL. L’ovvia conseguenza è quella di rendere difficile, se non svantaggioso, il mercato europeo, con ricadute pesantissime sui costi di produzione e sui consumatori. “E’ a rischio la nostra food security – conclude il direttore Carrassi –. Per questa ragione, invitiamo il Governo, che ha mostrato grande disponibilità nei confronti dell’industria agroalimentare, a rilanciare la questione a Bruxelles, chiedendo un ulteriore approfondimento sugli aspetti insoluti”.