L’associazione, che rappresenta le imprese di “rendering”, plaude alla fine del divieto che, dal 2001, impediva l’utilizzo delle Proteine animali trasformate nell’alimentazione di suini e pollame. Ora il settore, che ha una forte vocazione sostenibile, può cambiare passo e pensare al rilancio.
Grazie all’impegno delle aziende per la sicurezza dei consumatori, le Proteine animali trasformate (Pat) potranno essere nuovamente impiegate nell’alimentazione di suini e pollame. A commentare così la decisione della UE, che ne ha riammesso l’utilizzo, è il Comitato tecnico di Assograssi, l’organizzazione di categoria più rappresentativa del “rendering” in Italia, aderente ad ASSITOL.
L’utilizzo di questi sottoprodotti di origine animale era proibito dal 2001, a causa della crisi della BSE, l’encefalopatia bovina spongiforme, meglio nota come “mucca pazza”. Il Regolamento UE 1372 del 17 agosto 2021, entrato in vigore lo scorso 8 settembre, ha finalmente cancellato il divieto, autorizzando l’impiego delle Pat di suini ed insetti per l’avicoltura e, in parallelo, l’uso delle Pat di avicoli ed insetti per i suini. Resta in vigore il divieto di utilizzo intraspecie, mentre sarà possibile l’uso di gelatina e collagene di ruminanti per i non ruminanti.
Dopo anni di investimenti in innovazione e sicurezza, il rischio BSE nel settore è divenuto trascurabile, sia a livello italiano che europeo. “Con questo atto, si fà un importante passo in avanti – osserva Paolo Valugani, coordinatore del Comitato tecnico di Assograssi –. E’ anche un riconoscimento al grande lavoro degli operatori, che hanno reso sempre più sicuri i processi interni, avvalendosi delle nuove tecnologie, per garantire qualità e salubrità dei prodotti”. L’attività di “rendering” consiste nel ridare una “seconda vita” ai residui di lavorazione delle carni, che le aziende, nel quadro dell’economia circolare, valorizzano per produzioni diverse: alimenti, mangimi per animali domestici, detergenti, combustibili, fertilizzanti. In tal senso, secondo Valugani, “se si pensa al Green Deal europeo e al ‘Farm to fork’, la reintroduzione delle Pat si rivela essenziale per accrescere il ‘tasso’ di sostenibilità di tutta la filiera delle carni”.
Il regolamento del 17 agosto 2021 stabilisce in modo dettagliato anche una serie di norme stringenti sui metodi di raccolta, trasporto e lavorazione dei prodotti, oltre che sui controlli periodici. “La normativa – sottolinea Valugani – ha recepito l’attenzione decennale delle aziende ai problemi di sanità pubblica. La stessa Commissione europea ha sottolineato come le Pat rappresentino ottime materie prime per mangimi, grazie all’elevata concentrazione di nutrienti”. E’ opportuno sottolineare come le Pat prodotte nella UE siano ricavate unicamente da materie prime provenienti da animali riconosciuti idonei al consumo umano e quindi, a differenza delle proteine animali prodotte nei paesi extra-UE , sono intrinsecamente sicure.
Inoltre, la reintroduzione di questi sottoprodotti nei mangimi può contribuire in modo sostanziale alla lotta al deficit proteico, di cui soffre la Ue. La produzione di proteine, vegetali ed animali, è molto inferiore rispetto alla domanda del mercato europeo ed entro il 2030 questo gap è destinato ad aumentare in modo ancora più drammatico. “La pandemia ed il rincaro delle materie prime – afferma Valugani – hanno riproposto la questione, sottolineando l’importanza della sicurezza degli approvvigionamenti a livello nazionale ed europeo. Ora, con la cancellazione del divieto di utilizzare le Pat, il comparto può cambiare passo e pensare al rilancio”.